Oggetti e dolore secco

A cominciare dal 2020

È un mondo chiuso dentro lo stesso dolore.
Il bianco si mischia al bianco, tramonti ed eclissi. Le metamorfosi dei viaggiatori a caccia di sogni.
Sono una provetta dentro un pellegrinaggio serrato all’interno della vita.
I gesti nascono senza sapere quanto resteranno.

Chiama sempre il mio nome la viltà.
Il collasso tagliente e lucido, naturale ed istintivo concepisce un travestimento dei tuoi noi, confini che travalicano i punti geografici connettendo il sacro ed il profano.

La vita e la morte.
Delineare il cambiamento, la partenza e l’arrivo con un cammino ristretto, inaccessibile, logico ed illogico dentro un souvenir di casa come ricordo, come un soave vagabondaggio attraverso l’estinzione.

Decadimento e perdita, dipartita e sonno eterno. Nascita, vita, rinascita, rinnovamento.
Come guardi la tua vita?
C’è un trolley accanto al mio letto, è una porta verso il supplizio, l’eroina che attraversa la vena.

Questo scenario sociale, questo presidio al dolore.
Come guardi la tua vita?
Ora. Non domani. Ma adesso.
Il tuo contributo prende in considerazione l’estetica, non c’è nulla di misterioso.

Lo sgraziato è in realtà una finzione che solo i più recettivi trasmettono. Questo palcoscenico dove ci sono briganti e galantuomini compongono l’enigma dello spirito umano.

La ricerca dell’ordinario nello straordinario.
Un romanzo nel romanzo.

Covid-19.